Si conferma un eccellente gruppo di jazz moderno quello diretto dal pianista Alessandro Carabelli, di cui avevamo già potuto appezzare il precedente Over and Out e rispetto al quale spicca qui la presenza in alcune tracce del trombettista svizzero Franco Ambrosetti, ad aumentare la già considerevole qualità dell’organico.
Il gruppo mantiene la cifra semplice, ma fresca e genuina della musica espressa, che passa attraverso composizioni originali, per gran parte a firma dello stesso Carabelli, dall’elevato dinamismo, eclettiche ma mai banali, nelle quali un pizzico si atmosfera a là Jarrett ravviva ispirazioni melodiche nostrane, e all’interno delle quali ogni membro della formazione ha ampi spazi per esprimere le proprie qualità di solista.
E in fondo proprio queste costituiscono il pregio decisivo di un lavoro che si mantiene convenzionale, ma si apre costantemente alla narrazione personale. Il pianista vi disegna eccellenti linee con tocco elegante e sofisticato nelle improvvisazioni, sia quando il suono è più sospeso - come nell’avvio della bella “Prayer” - sia quando, come più frequente, i temi sono più sostenuti.
Accanto a lui, eccellente la tessitura ritmica del batterista Stefano Bagnoli e del contrabbassista Marco Conti (musicista da seguire, se ne ascoltino misura ed espressività del suono, ad esempio nella bella “Abuela”), sulla quale si inseriscono le improvvisazioni di Ambrosetti e, alla chitarra, di Luciano Zadro. Ma, soprattutto, si fanno sentire le belle frasi delle ance di Diego Mascherpa, solista che meriterebbe maggiore attenzione. Eccellente al soprano, dove mostra leggerezza e agilità al servizio di idee lucide e toccanti (“Serendipity”, “Atlantide”), Mascherpa ha belle doti anche al contralto, dove si esprime con intensità e senza ridondanze (“Prayer”).
Un disco, quindi, genuino, utile per disintossicarsi da tanti ascolti anche troppo sofisticati e cervellotici.
Neri Pollastri | Novembre 2006
The group led by pianist Alessandro Carabelli confirms being an excellent modern jazz ensemble, that we already appreciated in their previous album, “Over and out”; here, in addition, the presence of Swiss trumpeter Franco Ambrosetti stands out in few tracks.
The band keeps the same natural, though fresh and sincere musical style, through songs mostly composed by Carabelli; the tracks are highly dynamic, versatile but never banal, and a bit of a “Jarrett-style” atmosphere animates tracks drawing inspiration from our tradition, in which each component can amply express his skills as a soloist. (…)
The pianist draws beautiful lines with an elegant and sophisticated touch (…)
With him, the excellent rhythmic structure given by drummer Stefano Bagnoli and by double bass player Marco Conti (a musician who deserves attention for his remarkable balance and expressiveness( e.g. in “Abuela”)(…). Above all, Diego Mascherpa’s delightful reed (…)- he is an excellent "soprano" - showing lightness of touch and agility, and bright and sensitive ideas (“Serendipity”, “Atlantide””) - and a very good "alto", expressing intensity without redundancy (“Prayer”). (…)
Neri Pollastri l November 2006
Aphrodite è al chiaro di luna, ma baciata direttamente dal sole. I sei musicisti italiani, innovativi ed accattivanti, creano a un tempo un’atmosfera eterea e libera e un prodotto – interamente originale - leggero e pieno di slancio. Gli undici brani sono tutti rilassanti, gentili e intrisi di piacevole energia. Aspettatevi musica uniformemente deliziosa, eseguita con maestria.
Billboard Ottobre 2006
Aphrodite is full of moonlight – and squarely lit by the sun. For one thing, the six innovative and engaging Italian musicians create an airy, open feel; for another, the material, all original is light and lyrical. The 11 tracks are through and through relaxing and thoughtful and full of genial energy. Expect nothing less than consistently delicious music, expertly played.
Billboard October 2006
“E' uscito "Aphrodite", nuovo album del pianista italiano Alessandro Carabelli: Musica oltre le etichette”.
Aphrodite è un disco ricco di melodie e di atmosfere diverse ma perfettamente integrate e compatibili tra loro. Nei 55 minuti di durata ci sono le ballad solo piano e contrabbasso come la splendida ‘Pescadina’ ma anche pezzi più “nervosi” come ‘Black notes’, (così chiamata per l'uso predominante di tasti neri del piano), splendida title track che apre l'album. Con un continuo passaggio da armonie maggiori e minori, Aphrodite è fumosa come le sequenze notturne dei film di Spike Lee, morbida nell'incedere e impreziosita da una parte di tromba assolutamente geniale.
In definitiva questo secondo album di Alessandro Carabelli sfugge a qualsiasi etichetta o genere. E' musica complessa nella sua concezione ed esecuzione che riesce ad essere facile e immediata anche per orecchie poco abituate a queste sonorità.
The Village Voice | Ottobre 2006
"Aphrodite", a new album for Italian jazz pianist Alessandro Carabelli: music beyond genres
Aphrodite is imbued with dissimilar- though perfectly harmonious -sounds and atmospheres.
During the 55 minutes program time, you will hear ballads performed by piano and contrabass, like beautiful Pescadina, and ‘tenser’ songs like Black Notes, - the wonderful opening track - so called because of the prevalent use of the black keys of the piano. Repeatedly alternating major and minor harmonies, Aphrodite seems like a dim nocturnal image in a Spike Lee movie (...) embellished by an absolutely outstanding trumpet piece.
This second CD by Alessandro Carabelli escapes any label or genre. The composition and the performance are elaborate, but the music becomes easy and immediate when you listen to it, whether or not you are inured to this kind of sound.
The Village Voice | October 2006
“E’ uscito l’ultimo cd del jazzista varesino Alessandro Carabelli, un disco intenso e coinvolgente, capace di creare atmosfere da pelle d’oca…”
Grinta e dolcezza. Sono i primi due sostantivi che vengono in mente ascoltando “Aphrodite”, l’ultimo disco del jazzista Alessandro Carabelli: frutto di un lavoro lungo e complesso, che ha portato il musicista confrontarsi con diverse sonorità, diversi stili, diverse esigenze artistiche. (...)
Il risultato è un’opera che alterna sapientemente brani rilassanti e d’atmosfera, da ascoltare durante un viaggio notturno, a pezzi travolgenti, che talvolta si lasciano contaminare da influenze esterne, altre volte restano incollati al mito del jazz puro, storico, quasi volessero tramandare una tradizione che non teme evoluzioni, a patto che le radici restino ben salde. ( …)
Carabelli, in questo suo ultimo lavoro, si inoltra in un’esplorazione lunga undici brani, fatta di sensazioni che non danno il tempo di abituarsi a sound, perché subito ti prendono per mano e ti accompagnano altrove. Senza strappi, senza cadute, senza aggressività. Ma con la forza decisa e gentile di un’onda, che talvolta accarezza, talvolta trascina, talvolta spinge, talvolta ti convince a guardare dritto davanti a te e vedere i veri colori del jazz: il blu e il nero, spruzzati qua e là dal rosso della sensualità.
Matteo Inzaghi |Settembre 2006
New CD release by Varese jazz-man Alessandro Carabelli – an intense and engaging disc, that gives you the creeps…
Fighting spirit and sweetness are the most immediate sensations, while listening to “Aphrodite”, the latest CD by jazz-man Alessandro Carabelli - the result of a long and complex work, that led the musician to explore different sounds, styles, and artistic experiences.
Carabelli skilfully alternates relaxing and peaceful songs – the ideal soundtrack for a night ride – and more impetuous pieces, at times open to external contaminations, at times tightly attached to the purest jazz style, as if he meant to hand on a tradition that doesn’t fear evolution, as long as its roots are steady.( …)
In his latest CD, Carabelli offers eleven songs, and different feelings: as soon as you start getting used to a certain sound, he gracefully leads you somewhere else. You will not find any rifts, or falls, or aggressiveness; only the firm but gentle rush of a wave that caresses, drags away, pushes, and finally shows you the real colors of jazz: blue, black, and sensuous red sparkles.
Matteo Inzaghi | September 2006
Aphrodite: “Tutti i volti dell'amore”
[….] Alessandro Carabelli è tra i pochissimi artisti di cui consiglierei l'ascolto anche a chi non ha mai incontrato il jazz sulla propria strada. Non perché la sua musica non possa essere definita tale, anzi. Ma perché il suo linguaggio, unito a quello degli ottimi musicisti che lo accompagnano, da vita ad una forma espressiva assolutamente libera. Ed è questa libertà che rappresenta per molti l'essenza stessa del jazz.
Del resto, anche a voler concentrare la propria attenzione solo sul suo stile pianistico, sono evidenti richiami a Bach come a Bill Evans, sino ad arrivare a Corea e Camilo. Ciò non per carenza di originalità, ma per la vastità della sua cultura musicale.
"La mia visione della musica è trasversale. Non credo nelle etichette o negli schemi predefiniti. Né condivido la logica fintamente rassicurante, per i musicisti come per il pubblico, dei patterns. Ad esempio, la scelta dei musicisti, oltre ad essere fondata sul bellissimo rapporto personale che ho con loro, nasce anche dalla volontà di accostare stili esecutivi differenti. Non nascondo di essere felice di aver dato continuità al mio quintetto, cui si è aggiunto Franco Ambrosetti." (A.C.)
[….] L'eterogeneità stilistica e delle matrici ispirative porta lo stesso Alessandro Carabelli a sostenere che non esiste un vero filo conduttore tra i brani di Aphrodite.
Eppure, l'ottimo sound complessivo, di eccellente qualità appare sempre molto riconoscibile. Ogni traccia merita, allora, analisi separate. Seppure con il rischio che un intervento di "razionalizzazione" possa pregiudicare due delle migliori qualità dell'album: l'immediatezza e la capacità evocativa.
Non si può spiegare, ad esempio, il canto a due voci del sax e la tromba nella title-track. E ciò che meraviglia è che non si sovrappongono mai, pur sviluppando lo stesso discorso tematico. Poi, c'è la presenza discreta del pianoforte, e una ritmica che rimane volutamente confinata al ruolo di accompagnamento.
Discorso diverso, invece, per "Vally". Qui è giusto sottolineare il breve solo di Marco Conti e il modo in cui Stefano Bagnoli sembra quasi raddoppiare con le bacchette il pizzicato del contrabbasso. Ma l'intervento che riesce addirittura a modificare il mood dell'intero brano è quello di Franco Ambrosetti.
Da una composizione armonicamente complessa ad una perfetta forma canzone: "Abuela". Il ruolo di Marco Conti, che suona con l'archetto, risulta addirittura di guida.
[….] Un capitolo a parte meriterebbe "Dreaming Bertinoro", scritta dal chitarrista Luciano Zadro. Immaginate una ritmica sudamericana, un'atmosfera cinematografica da "Ultimo tango a Parigi", il richiamo alla tradizione melodica italiana e un meraviglioso suono di tromba. Per non parlare dello straordinario lavoro di Alessandro Carabelli. Sarebbe bello ascoltarla dal vivo.
Un'altra prova di bravura per tutti i musicisti è "Black notes", quasi interamente suonata sui tasti neri del pianoforte e ricchissima di obbligati. Per il "tiro", ricorda alcune composizioni di Michel Camilo.
Profondamente intimista è "Pescadina", che è suonata in duo da Alessandro Carabelli e Marco Conti. [….] impossibile, se non addirittura inutile, classificare "Serendipity" [….]
Massimiliano Cerreto | Gennaio 2007
[….] (Alessandro Carabelli) is among the few artists whose music I recommend although you are not familiar with jazz music at all. I do not mean his music is not real jazz. What I mean is that his music [….] generates a totally free form of expression. According to most, this liberty is actually the true essence of jazz. If we focus our attention on the piano style, we can find obvious references to Bach, to Bill Evans, to Corea and to Camilo. And it is not because of a lack of originality, but because of the extent of his music culture. (In Carabelli’s words), “I have a global view of music. I do not believe in labels or schemes. I do not agree with “patterns”[….] I certainly chose these musicians because of the beautiful friendship between us, but even more because I wanted to match different performing styles. I am obviously happy I have been able to grant continuity to my group, with the special participation, this time, of Franco Ambrosetti”. [….] The heterogeneity of both the style and the inspirational matrix leads Carabelli to believe there is no leitmotif running through the tracks of Aphrodite. Nevertheless, the excellent overall sound appears very identifiable. Every track deserves a separate analysis. On the other hand, an excessive rationalization might undermine two of the album’s best qualities: immediacy and evocative capacity. How could one explain otherwise the two-voice sound of sax and trumpet in the title track? And what is amazing is that they are never overlapping, although they perform the same theme. The piano offers a discrete presence, and its rhythmic is intentionally confined to the role of accompaniment. “Vally” is entirely different. Here we should concentrate on Marco Conti’s solo, and on the way Marco Bagnoli is almost duplicating the pizzicato of the double bass with his drumsticks. However, what changes the mood of the song is Franco Ambrosetti’s contribution. From a harmonically complex composition to a perfect song: “Abuela” (‘grandma’ in Spanish). Here Marco Conti, who is playing the bow, is indeed the leader. [….] A special chapter should be dedicated to “Dreaming Bertinoro”, composed by guitarist Luciano Zadro. Think of a mélange of South American rhythm, a movie atmosphere à la “Last Tango in Paris”, a hint of Italian melodic tradition, and a stunning trumpet sound. Not to mention Alessandro Carabelli’s outstanding work with the piano. It would be nice if we could listen to a live performance. “Black Notes” provides a further evidence of the musician’s talent: it is almost entirely played on the black keys, and it is full of obbligatos. It recalls, again, Michel Camilo’s compositions. “Pescadina” is deeply intimistic; it is played by Carabelli and Conti in duo.[….] It is impossible, useless even, to classify “Serendipity”[….] In my opinion, this is another confirmation of the width of the palette Carabelli draws from. As in every track, the key is team work, and the contribution of each component is essential.[….]
Massimiliano Cerreto | January 2007
Dopo Over and Out (Splas(h) Records 2004) ecco il secondo album del pianista varesino autore di tutte le composizioni, ad eccezione di “Blue Sun” (del bassista Marco Conti) e “Dreaming Bertinoro” (del chitarrista Luciano Zadro).
La formazione, completata dai validi Diego Mascherpa (sassofoni) e Stefano Bagnoli (batteria), si dedica in prevalenza a delicate melodie e tenui sonorità, con accurati arrangiamenti che conferiscono un sound particolare.
Ad accrescere le qualità dell’organico è presente, in alcune track, il trombettista ticinese Franco Ambrosetti, apprezzato per la sua cantabilità e tecnica rilevante.
Ben strutturato e comunicativo il brano che dà il titolo all’album. Accorati e appassionati “Serendipity” e “Atlantide”. Intensamente lirico “Prayer”.
Grinta e dolcezza per mostrare maturità.
Alberto Cima | Gennaio 2007
After “Over and Out” [Splasc(h] Records, 2004], here is the second album from the Varese-born pianist, the author of all the compositions, except for “Blue Sun” (composed by bass player Marco Conti) and “Dreaming Bertinoro” (by guitarist Luciano Zadro).
The group – whose other two components are Diego Mascherpa (sax) and Stefano Bagnoli (drums) – mostly performs gentle tunes and a soft sonority, with accurate arrangements that confer a special sound.
In few tracks, the participation of Franco Ambrosetti, the Ticino-born trumpet player appreciated both for his “catchiness” and his skills, increases the quality of the group.
The title track is well structured and captivating; “Serendipity” and “Atlantide” are sorrowful and passionate; “Prayer” is very poetic. Fighting spirit plus kindness, and here is maturity.
Alberto Cima | January 2007
Il pianista italiano Carabelli ha composto quasi tutta le traccie di questo album ben strutturato, utilizzando varie combinazioni offerte dal sestetto composto da Franco Ambrosetti (tromba/tromba), Diego Mascherpa (soprano/alto/clarinetto), Luciano Zadro (chitarra) e con l'ottima ritmica gestita da Marco Conti (basso) e Stefano Bagnoli (batteria). Quello che emerge ha sonorità tipicamente italiane, melodiche e graziose, i solisti sono lirici e a proprio agio con il contesto della musica, abbracciando il romanticismo e il cuore che le composizioni incoraggiano.
The Times | Marzo 2007
Italian pianist Carabelli composed nearly all the music for this well- crafted album, using various combinations drawn from a sextet, in which he shares the front line with Franco Ambrosetti (trumpet/ flugelhorn), Diego Mascherpa (soprano/alto/clarinet) and Luciano Zadro (guitar), with Marco Conti (bass) and Stefano Bagnoli (drums) completing an efficient rhythm section. What emerges has a distinctly Italian cast, melodic and graceful, the soloists lyrical and thoroughly at ease with the requirements of the music, and embracing the heart-on-sleeve romanticism the music seems to encourage.
The Times |March 2007
Potenza e profondità formano questo album carnale di Alessandro Carabelli, l'assertivo pianista nonché innovativo compositore che conduce i suoi brani frizzanti.
I brani sono relativamente semplici e audaci, che comprendono le liriche "Aphrodite" e "Abuela", "Black Notes" una furiosa traccia che lascia senza fiato.
Nel corso di tutto il CD, Carabelli è molto lirico e sicuro e guida il suo repertorio in modo sempre convincete.
Jazz Magazine | Aprile 2007
Drive and depth inform this meaty album by Alessandro Carabelli, the assertive pianist and innovative composer leading its sizzling tracks.
The tunes are relatively straightforward and daring, spanning the lyrical “Aphrodite” and “Abuela”, "Black Notes", a furious track that leaves one breathless.
Throughout, Carabelli is very lyrical and confident and he drives his repertoire convincingly.
Jazz Magazine | Aprile 2007