Marco Detto | Beatrice Zanolini
On the fly
Quasi sempre le cose migliori nascono per caso, per una coincidenza fortunata o per la casualità degli eventi, così anche questo “On the fly” sboccia in una fredda giornata d’inverno dall’incontro di due artisti straordinari che decidono di ritrovarsi in una sala d’incisione per registrare solo una demo.
In realtà il risultato che ne scaturisce è un vero capolavoro di sensibilità, magia estemporanea e autentiche emozioni che avvolgono l’ascoltatore sin dal primissimo ascolto.
“On the fly” nel linguaggio corrente significa improvvisato, non programmato e a dare sapidità all’intero lavoro è appunto lo sviluppo estemporaneo della session, che investe composizioni e pratica strumentale. Un contesto congeniale per uno dei più sublimi improvvisatori del panorama jazz internazionale come Marco Detto, dove ogni istante è perfetto per poter dispensare classe e imprevedibilità.
La sua condotta è sempre eclettica, frastagliata, dall'alto di un lessico armonicamente e ritmicamente colmo di genialità e magia.
Beatrice Zanolini, dal canto suo, risulta essere una bravissima interprete dalla meravigliosa voce possente e raffinata, capace di disegnare un tessuto melodico cristallino e dipingere immagini sonore che incantano, stupiscono, vibrano, emozionano ad ogni passaggio.
I brani estemporaneamente incisi e scelti con un gusto non comune hanno quindi guadagnato in bellezza grazie ad un’esplorazione condotta in piena libertà, sull'onda delle felici scorribande solistiche di Marco Detto e dalla perfetta duttilità vocale di Beatrice Zanolini.
Ne discende una stimolante invenzione musicale a due voci, con la capacità di padroneggiare le forme più consuete ed evitare le trappole della ripetitività e della ridondanza.
In un disco che ha nella leggerezza complessiva e nell'immediatezza descrittiva il suo carattere dominante, spiccano per espressività la soave “The island”, l’accattivante “Sophisticated lady” dal groove possente, la toccante “ Quem è voce”, la travolgente e spumeggiante ”Samba de verao” e la geniale rilettura di “Take a walk on the wild side”.